L’istruttore di tennis in carrozzina Pietro Mazzei si racconta a Verba : “Il tennis in carrozzina (..) allena il corpo all’equilibrio e aumenta la forza nelle braccia, oltre a migliorare la capacità di controllo della carrozzina, fondamentale per chi la utilizza anche per la vita quotidiana”.

L’immagine del tennista è spesso associata ad atleti in grado di coprire grandi spazi di campo con rapidità e precisione. Ma c’è un’altra versione del gioco che è altrettanto affascinante e impegnativa: il tennis in carrozzina.

In questo sport, atleti con disabilità si sfidano con passione e intensità, dimostrando che la capacità di competere e vincere non dipende dalle possibilità fisiche, ma dalla forza mentale e dalla determinazione, come per ogni atleta.

Abbiamo intervistato Pietro Mazzei, tennista e maestro di tennis in carrozzina a Torino. Scopriremo cosa significa per lui praticare e insegnare questo sport, in quali rapporti si trova con i suoi allievi e le sue allieve e quali sono i benefici del praticare questa meravigliosa disciplina.

Può iniziare parlandoci di lei e della sua carriera come tennista e maestro di tennis ?

Sono Pietro Mazzei e sono diventato tennista nel 1998, dopo una prova con l’allora mia maestra Margherita, che si prese in carico un gruppo di 4 atleti di basket in carrozzina che si volevano cimentare nel tennis in carrozzina, all’epoca attività che stava nascendo in Italia. Siamo rimasti in tre ed abbiamo proseguito i nostri allenamenti ed abbiamo incominciato ad affacciarci nel mondo agonistico iscrivendoci ai primi tornei internazionali che si giocavano in Italia, prendendo tantissime scoppole ma imparando sempre di più. Uno di noi ha fatto carriera in fretta perché si è dedicato completamente allo sport, invece io e l’altro socio dovevamo lavorare quindi ci abbiamo messo di più. Nel 2008 la maestra mi propone di passare dall’altra parte della rete, perché nel frattempo il gruppo era diventato più numeroso ed io evidentemente dimostravo attitudine all’insegnamento, quindi dopo averci pensato ed aver compilato la classica tabella dei pro e contro, ho mollato il mio lavoro di disegnatore meccanico per fare l’istruttore di tennis. Ovviamente con tantissimi timori che in breve tempo sono spariti con l’aumentare ancora del numero di iscritti alle nostre lezioni di tennis.

Cosa ama di questo lavoro?

Tantissime cose, innanzitutto che faccio un lavoro legato ad una delle attività che più mi piacevano e piacciono tutt’ora, che per buona parte dell’anno si svolge all’aperto, si sta a contatto con tanta gente e che vedo tanti sorrisi su volti di persone che difficilmente sorridono oppure a cui la vita non ha sorriso. E in 14 anni, intorno a questa professione, sono nate mille altre opportunità.

Quali sono i benefici concreti del praticare uno sport come il tennis in carrozzina?

I benefici sono molteplici e come quelli che tutti gli sport offrono, ma il tennis in carrozzina in particolare aiuta qualsiasi persona con disabilità fisica e difficoltà coordinative a migliorare quest’attitudine e nel frattempo allena il corpo all’equilibrio e aumenta la forza nelle braccia, oltre a migliorare la capacità di controllo della carrozzina, fondamentale per chi la utilizza anche per la vita quotidiana.

Ci sono particolari requisiti per dedicarsi a questo sport?

Assolutamente no, però essendo dedicato a persone con disabilità più o meno gravi, i risultati che si ottengono o che si vogliono ottenere sono strettamente legati al grado di disabilità, quindi più la disabilità è complessa si terrà conto esclusivamente dei risultati fisici e “riabilitativi” di questa pratica, invece per disabilità meno complesse si potranno verificare oltre ai benefici fisici anche quelli agonistici.

Ci parli dei suoi allievi e delle sue allieve e del suo rapporto con loro…

E’ sicuramente un rapporto di amicizia, con molti da tantissimi anni, infatti ci si incontra spesso fuori dai campi per cene, eventi, incontri nelle scuole per parlare con i più giovani, per fare altri sport, insomma una grande famiglia. Per molti gli allenamenti sono un momento di svago e di dialogo, considerando che qualcuno a causa della disabilità non fa una vita aperta a contatto con la gente.

Noi ci occupiamo principalmente di donne con disabilità. Nel corso degli anni, ha notato se il numero di allieve donne corrisponde a quello degli allievi uomini? In caso di risposta negativa, può aiutarci a capire il perché?

Il numero di donne che praticano il tennis in carrozzina o altri sport paralimpici è inferiore a quello dei maschi. Potrebbe essere anche un bene, pensando che ci sono meno donne con disabilità rispetto ai maschi, ma trovo che le donne siano più frenate ad avvicinarsi allo sport e secondo me per gli aspetti prettamente legati al mondo femminile che vengono magari accentuati da una disabilità. Conosco d’altro canto, donne disabili atlete e mamme, che tutto questo lo hanno passato normalmente anche grazie ad una vita sportiva.

Che consigli darebbe a coloro che vogliono iniziare questo sport?

Innanzitutto provare, perché il tennis è uno di quegli sport che si può praticare con chiunque anche vicino casa, la più grossa difficoltà è quella di avere una carrozzina sportiva, ma per questo ci sono associazioni come la nostra Sport di Più che mette a disposizione i mezzi per poter iniziare e volendo per diventare dei campioni.

Desidera aggiungere qualcosa? Un tema per Lei rilevante che non abbiamo affrontato?

Lo sport in generale è fondamentale nella vita di tutti, per stare bene con se stessi sia mentalmente che fisicamente e lo è ancora di più per chi ha una disabilità.

Siamo giunti alla fine della nostra intervista. Ne approfittiamo per ringraziare Pietro Mazzei per la sua disponibilità e per averci offerto uno sguardo unico sulla sua esperienza come tennista e maestro di tennis in carrozzina. Se vi abbiamo dato voglia di scoprire questo sport, non esitate a contattare direttamente l’associazione sportiva SportdiPiù o il maestro Pietro Mazzei. Saranno tutti lieti di aiutarvi!

Coryse Farina

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